Casa Rebus

Il tema della casa è sempre più attuale: il bisogno abitativo è una questione ormai ineludibile. La tensione abitativa si affronta anzitutto con politiche e risorse adeguate – questo è certamente l’aspetto prioritario – ma occorre anche osservare come questa urgenza possa portare a una parallela riconfigurazione della casa, nel bene e nel male; derive riduttivistiche sono già molto diffuse in altri paesi.

Le grandi svolte nella concezione dell’abitare sono scaturite proprio dal tentativo di risolvere dei problemi sociali ed economici attraverso la sperimentazione di nuove soluzioni architettoniche e tipologiche, ripensando anche quelli che possono apparire come dei dettagli.

La crisi economica e sociale del primo dopoguerra, profonda e complicatissima, ha prodotto tra le più importanti rivoluzioni nell’ambito dell’abitare. Casa Rebus (LetteraVentidue, 2023) è il libro attraverso il quale Giordana Ferri e Alessandro Scandurra si interrogano sulla configurazione dello spazio abitativo, sulla sua evoluzione e sulle sue prospettive future con l’obiettivo di porre all’attenzione alcune questioni che in questi anni sono sempre rimaste nello sfondo: La struttura della casa che si è consolidata negli ultimi due secoli domina immutata e inossidabile nella sua composizione nonostante le evoluzioni dei modi di vivere.

Può essere ripensata e migliorata? È possibile immaginare una casa più vicina ai modi di abitare attuali, diversa da quella che in questa parte del mondo siamo abituati a vivere? La concezione dello spazio domestico si è sviluppata aderendo all’immaginario nato dall’incontro tra necessità e abitudine che caratterizza il profilo della casa comune; seguendo il percorso che dalle dimore storiche porta alle strutture contemporanee, si possono delineare i limiti che impediscono la rielaborazione e l’innovazione di schemi ormai superati.

Questo libro va interpretato come un diario di viaggio, e le riflessioni rappresentate come degli itinerari attraverso alcune delle possibilità di essere della casa. Ma va anche inteso come un’esortazione ai progettisti a riprendersi in mano, con coraggio e libertà, i destini dello spazio domestico, nonché un invito ai fruitori ad uscire dalla propria comfort zone per esplorare le potenzialità dello spazio abitativo.